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    IL RITORNO DELLA CONCILIAZIONE

    pubblicata il 27-09-2013


    SCATTATO SABATO 21 SETTEMBRE 2013 L’OBBLIGO DI CERCARE L’ACCORDO PRIMA DEL PROCESSO NELLE LITI CONDOMINIALI

    Una nuova opportunità per la tutela dei diritti dei cittadini e per incrementare la qualità e l’efficienza delle professioni nel settore condominiale

    Con il “decreto del fare” (d.l. n. 69 del 2013, convertito dalla l. n. 98 del 2013), è stata reintrodotta, dal 21 settembre 2013, l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione già prevista dal d. lgs. n. 28/2010 .

    Il Governo, dunque, rilancia la mediazione obbligatoria in via sperimentale per quattro anni per diversi tipi di liti tra le quali quelle in materia di condominio, dando così nuova vita ad un procedimento che, dopo l’intervento della Corte Costituzionale, era sopravvissuto solo nella parte relativa alla conciliazione facoltativa.

    “Si tratta di un appuntamento molto importante - ha dichiarato Pietro Membri, Presidente Nazionale ANACI - al quale gli amministratori di condominio sono pronti da molto tempo. Ritengo che le nuove norme, anche se osteggiate da gran parte del mondo professionale, debbano essere invece prese molto sul serio da tutti gli operatori, perché la conciliazione obbligatoria costituisce una grande opportunità per la tutela dei diritti e l’accesso alla giustizia dei tantissimi cittadini che vivono in condominio. Inoltre, rappresenta uno strumento per ridurre il carico di lavoro dei giudici che determinerà senza dubbio grandi benefici per l’efficienza non soltanto del “sistema” immobiliare ma anche del settore giudiziario”.

    Al primato in negativo, dei tempi di conclusione di controversie, si stimano (fonte ANACI-CENSIS) in circa 180.000 le cause condominiali che finiscono ogni anno nei nostri Tribunali, cioé 14 cause ogni 100 condomini.

    La conciliazione ha, tra i suoi punti di forza, i tempi: il procedimento non può superare i tre mesi Si presenta quindi come un importante strumento per ridurre l’impatto della litigiosità condominiale sui Tribunali, permettendo così anche un beneficio per l’intero sistema giudiziario.

    Secondo l’ultimo rapporto Censis–ANACI gli episodi di litigiosità che si sviluppano nell’ambito delle assemblee condominiali derivano soprattutto da controversie tra singoli condomini.

    Complessivamente, 7 amministratori su 10 ritengono che le liti nelle assemblee condominiali siano molto frequenti (12,4%) o abbastanza frequenti (54,0%). Al contrario il 29,8% degli amministratori ritiene che gli episodi siano poco frequenti ed il 3,8% che siano per nulla frequenti.

    ANACI ha già evidenziato i molteplici profili problematici che l’impatto della norme determinerà nel nostro sistema immobiliare-condominiale: il condominio infatti presenta specificità e problematiche del tutto differenti rispetto agli altri ambiti del diritto coinvolti dalla conciliazione obbligatoria che imporranno un’attenta valutazione e ponderazione dei profili applicativi delle nuove norme.

    “Sono convinto – ha sottolineato - Membri - che le contraddizioni presenti in questa come in tutte le leggi potranno essere facilmente superate consentendoci anche di proporre al Legislatore un terreno più avanzato di confronto. Ritengo, inoltre, che la conciliazione obbligatoria debba essere affiancata anche dallo strumento delle negoziazioni paritetiche, che in questi anni hanno dimostrato di essere uno strumento di tutela efficace per tanti cittadini che, a prezzi accessibili, hanno potuto risolvere controversie che mai sarebbero entrate nel circuito della giustizia”, ha quindi concluso Membri. É questo il motivo per cui ANACI accanto alle iniziative in materia di conciliazione obbligatoria ha fortemente voluto sottoscrivere, nel giugno del 2011, un protocollo d’intesa con le maggiori associazioni nazionali dei consumatori che hanno dimostrato di aver saputo ben utilizzare in questi anni i numerosi tavoli di negoziazione paritetica a livello territoriale in favore di migliaia di consumatori e di utenti”.

    Ufficio stampa ANACI



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